Videogiochi di calcio, dieci pietre miliari. Capitolo 5: Mexico ’86

1074907538Sempre nel baruccio dove andavo da piccino, sempre sia lodato quel posto, un giorno apparve questo Mexico ’86 che e capii subito che le mie (risicate) monete da duecento lire avevano trovato una nuova casa.

Mexico ’86 (che in realtà era un bootleg di Kick’n Run di Taito, anche se mi dicono che c’erano alcune differenze) era un gioco di calcio molto avanti per i tempi in cui uscì. Cercando di cavalcare l’onda dei mondiali in Messico del 1986, questo coin-op, che ricordiamo non è mai stato convertito per nessun sistema casalingo, apportava delle novità non da poco. Prima di tutto il campo di gioco era enorme, visto di lato e la grafica era molto pulita e un po’ pupazzosa. Poi, grandissima novità, era finalmente presenti i falli, le punizioni e i rigori. Era possibile scegliere tra un tot di nazionali (tutte con colori cannati a caso ovviamente) ma con la cosa curiosa che ogni nazionale aveva delle caratteristiche ben precise, una era più tecnica (il Brasile), una più veloce (gli USA), una più potente (i Crucchi) e noi avevamo la difesa più forte (ovviamente).

Leggo in giro che il cabinato vero aveva anche un pedale per i tiri. Ecco nel mio baruccio non solo c’era il bootleg ma pure un cabinato standard, per cui tiravo con un tasto e amen che tanto godevo lo stesso.

 

Gran bel gioco, che puntando sull’enormità del campo rispetto ai giocatori, permetteva anche una certa l’ibertà d’azione e non ricordo ci fossero pattern prestabiliti per segnare.

Insomma, tante monetine spese, tanto onore. Da provare assolutamente emulato.

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